R.A.2 Migrazione

A. Le organizzazioni affiliate alla FSESP, riunite dall’ 8 all’11 giugno 2009 nel loro VIII
Congresso a Bruxelles, si impegnano a seguire i seguenti principi e obiettivi:

1. La migrazione internazionale e multiculturale è un fenomeno planetario che si è imposto
come uno dei problemi più importanti del nostro tempo. Le Nazioni Unite stimano che
attualmente 175 milioni di persone – di cui almeno la metà sono donne - vivono in modo
temporaneo o permanente all’estero rispetto al Paese in cui sono nate. Secondo
l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), tra queste si contano 86 milioni di persone
economicamente attive.

2. Tutti gli Stati membri dell’Unione europea presentano ormai un tasso migratorio netto
positivo. La crisi economica, la povertà, il deteriorarsi delle condizioni ambientali, i conflitti
politici e le guerre hanno costretto i migranti a intraprendere la pericolosa strada
dell’immigrazione clandestina verso l’Europa. Il flusso misto di migranti e richiedenti asilo che
arrivano alle frontiere terrestri e marittime attraverso l’area del Mediterraneo si è intensificato
nel corso degli ultimi dieci anni.

3. Affermando che tutti gli individui che risiedono in Europa, così come fuori dall’Europa,
indipendentemente dal loro status giuridico, sono esseri umani e in quanto tali godono dei diritti
umani fondamentali, così come enunciati nella Carta europea dei diritti fondamentali e negli
altri strumenti internazionali. Ogni politica e ogni strumento che punti a gestire la migrazione e
ad arginare l’immigrazione irregolare deve rispettare e promuovere tali diritti e contribuire ad
un’Europa esente dal razzismo e dalla xenofobia, la qual cosa è ancora più cruciale nel contesto
di una crisi economica internazionale.

4. Notando che il Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo, adottato dal Consiglio europeo del
15 e 16 ottobre 2008, che mette l’accento sulla gestione dell’immigrazione legale, in particolare
dei lavoratori altamente qualificati, e sulla lotta contro la migrazione irregolare, non risponde a
questioni importanti sulle condizioni della migrazione, sia per quanto riguarda il trattamento
riservato dall’Unione europea ai Paesi in via di sviluppo da cui provengono la maggior parte dei
migranti, che in merito ai diritti dei migranti stessi.

5. Anche se la migrazione sud/sud è considerevole tanto quanto la migrazione sud/nord,
l’Europa (compresi i Paesi dell’Asia centrale) accoglie un numero elevato di migranti. È
essenziale riconoscere che l’immigrazione verso l’Unione europea rappresenterà un dato
importante nel futuro, tenendo conto che più di 18,5 milioni di cittadini di paesi terzi vivono già
nell’Unione europea e che le guerre, i conflitti politici, la povertà, il deteriorarsi delle
condizioni ambientali spingono sempre più persone a migrare e che il flusso misto di migranti e
richiedenti asilo che arrivano nel territorio europeo e alle sue frontiere terrestri e marittime,
attraverso l’area del Mediterraneo, si è drammaticamente intensificato negli ultimi dieci anni.

6. Anche se è da respingere un approccio utilitarista della migrazione, è altresì importante
riconoscere:
-* Che questi nuovi arrivati contribuiscono in modo vitale alla prosperità e al benessere di
una Europa la cui popolazione invecchia sempre più, in particolare nel settore pubblico
che, in molti Paesi, dipende dalla mano d’opera migrante.
-* Che i lavoratori migranti apportano con le loro tasse ben più del valore dei servizi
pubblici di cui usufruiscono.

7. Il Congresso riconosce che la migrazione regolare e irregolare legale e l’integrazione dei
cittadini dei paesi terzi sono attualmente oggetto di un importante dibattito nell’Unione
europea allargata. La maggior parte degli Stati membri sperimentano i fenomeni migratori e
devono far fronte alle sfide poste dall’integrazione. Alcuni Paesi, tra cui i nuovi Stati membri,
solo recentemente hanno dovuto confrontarsi con l’immigrazione. Altri Paesi hanno raccolto le
sfide dell’immigrazione e dell’integrazione da diverse decine di anni, senza tuttavia raggiungere
risultati soddisfacenti e, di conseguenza, stanno rivedendo le loro strategie in materia. In base
alle diverse storie, tradizioni, ai servizi pubblici e alle disposizioni istituzionali di ciascun Paese,
esiste una grande varietà di approcci per cercare soluzioni ai problemi che devono essere
affrontati, mentre gli Stati esercitano la propria sovranità nella gestione dei flussi migratori.
8. Ricordare che l’UE ha adottato una direttiva eccessivamente dura che definisce le procedure
applicabili al “rimpatrio di cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare” (COM (2005) 391
finale).

9. Ricorda il lancio del programma regionale Euro-Med Migration II (2008-2011), nell’ambito del
processo europeo di Barcellona.
10. Questo Congresso ritiene che gli Stati membri e l’Unione europea siano altresì tenuti a
rispettare le disposizioni internazionali sui diritti umani e il diritto umanitario.

11. Lamentabilmente il personale che opera alle frontiere continua a non avere le necessarie
informazioni, formazione e capacità per gestire l’accoglienza dei flussi migratori stessi (vale a
dire dei flussi di migranti e di richiedenti asilo).

12. Evidenti violazioni dei diritti umani fondamentali dei migranti e dei richiedenti asilo vengono
perpetrate presso i centri di accoglienza e di permanenza temporanea. Spesso tali violazioni
portano alla tratta dei migranti, in particolare delle donne e dei bambini.

13. La mancanza di coordinamento, la sovrapposizione di responsabilità e le complesse
procedure amministrative generano confusione, portano all’inutile detenzione, allo sfruttamento
e ad abusi nei confronti dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati, in particolare, ma non
solo, da parte di datori di lavoro senza scrupoli.

14. La migrazione è altresì una delle tematiche della contrattazione collettiva. Com’è già stato
evidenziato nella risoluzione della FSESP sulla contrattazione collettiva: “dobbiamo utilizzare la contrattazione collettiva per combattere contro il lavoro precario, per tutelare i lavoratori
immigrati ed eliminare ogni forma di discriminazione sul posto di lavoro”.

15. Dobbiamo altresì “agire per impedire lo sfruttamento dei lavoratori immigrati, compresi
quelli irregolari” e garantire che abbiano accesso ai servizi di cui hanno bisogno”.

16. I governi nazionali e locali considerano spesso la migrazione come una questione di sicurezza
e ordine pubblico. IL Congresso ritiene piuttosto che le pubbliche amministrazioni, a tutti i
livelli, possano svolgere un ruolo determinante e positivo i servizi pubblici, promuovendo
l’integrazione e facendo in modo che i lavoratori migranti abbiano la possibilità di lavorare nei
servizi pubblici nelle stesse condizioni della maggior parte dei cittadini e non siano ghettizzati in
occupazioni secondarie o nel lavoro precario.

17. I servizi pubblici devono essere disposti a contribuire all’integrazione sociale dei migranti, a
fornire loro orientamenti per quanto riguarda le cure sanitarie, l’istruzione, la ricerca di un
posto di lavoro, la protezione sociale, l’alloggio, le tasse, la sicurezza, ecc. L’universalità
presuppone che il servizio pubblico diventi l’ambito in cui le pubbliche amministrazioni
realizzino le loro strategie per lottare contro la discriminazione che colpisce i migranti, e per
rafforzare la coesione sociale.

18. Le donne e i bambini migranti devono affrontare la discriminazione multipla, aggravata dalla
loro vulnerabilità dovuta alle restrittive politiche nazionali ed europee sull’immigrazione e
l’asilo.

19. Tiene conto del paragrafo 13 della risoluzione HSS (servizi sanitari) della FSESP che
raccomanda di lottare contro le pratiche abusive e contrarie all’etica nell’assunzione
transfrontaliera del personale sanitario e dei servizi sociali

20. Ricordare la dichiarazione strategica dell’ISP sulla migrazione internazionale, in particolare
per quanto riguarda i servizi sanitari e la risoluzione n.° 17, approvata durante il Congresso 2007
dell’ISP tenutosi a Vienna.

{{B. L’’ottavo Congresso esorta la FSESP e Ie organizzazioni a essa affiliate a:}}

21. Migliorare le conoscenze e le capacità dei lavoratori dei servizi pubblici di frontiera
attraverso lo scambio di informazioni e la promozione di un codice di condotta etico comune.
L’attuazione efficace di questi testi passa attraverso un rafforzamento delle capacità dei
funzionari dei governi nazionali e locali che sono i primi responsabili dell’esecuzione delle
suddette funzioni.

22. Portare avanti attivamente una campagna, in collaborazione con la CES e l’ISP, per far sì che
le politiche migratorie adottate dall’Unione europea e dagli Stati membri tengano pienamente
conto dei bisogni dei Paesi di origine. In particolare, assicurandosi che:
a) La politica migratoria non cerchi unicamente di attirare gli individui con maggiori
talenti e più qualificati di quei paesi, sapendo che proprio questi ultimi saranno
essenziali per lo sviluppo dei Paesi in questione.

b) L’aiuto allo sviluppo destinato a questi paesi non sia subordinato alla loro
cooperazione in materia di attività di controllo alle frontiere dell’Unione europea o
dei suoi Stati membri.
c) Le rimesse di soldi e le altre forme di aiuto inviate nei Paesi di origine da parte dei
migranti non siano usate per giustificare una riduzione dell’aiuto allo sviluppo da
parte dell’Unione europea e dei suoi Stati membri.

23. Promuovere l’integrazione degli immigranti, conformemente alle direttive europee sulla
parità di trattamento dei lavoratori, il rispetto dei contratti collettivi e i “Principi di base
comuni per una politica d’integrazione degli immigranti nell’Unione europea”, adottati
dall’Unione europea nel 2004, realizzando una campagna con l’Unione europea e con ciascuno
degli Stati membri, al fine di prendere nella dovuta considerazione i diritti dei migranti,
indipendentemente dal loro status.

24. Prendere le misure necessarie per lavorare all’eliminazione della discriminazione nei
confronti dei migranti sul posto di lavoro e nell’accesso ai servizi pubblici.

25. Diffondere e promuovere le migliori pratiche per quanto riguarda i servizi pubblici, al fine di
contribuire all’integrazione sociale dei migranti e le altre iniziative positive riguardanti la
politica migratoria.

26. Promuovere una sana comprensione e l’applicazione delle norme e dei principi relativi ai
diritti umani nel trattamento dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati, tra cui in
particolare donne e bambini e opporsi alla detenzione dei migranti irregolari che non abbiano
commesso altri reati se non quello di essere privi di documento di identità.

27. Promuovere la cooperazione e la solidarietà sindacale tra i lavoratori del settore pubblico
coinvolti nella gestione dei flussi migratori in Europa e nei paesi mediterranei attraverso
l’instaurazione di una politica di mainstreaming in tutti i servizi del settore pubblico.

28. Sviluppare la dimensione di servizio pubblico della risposta della CES all’evoluzione in Europa
della politica migratoria e incoraggiare la cooperazione in merito alla precitata questione tra i
sindacati del settore pubblico, i governi delle sotto-regioni dell’ISP, le agenzie inter-governative
e le Organizzazioni non governative (ONG) in Europa e nei Paesi d’origine dei migranti.

{Adottata il 10 giugno 2009}

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