R.4. Servizi sociali e sanitari

{{A. I sindacati affiliati alla FSESP, riuniti nel loro 8° Congresso a Bruxelles dall’ 8 all’ 11 giugno
2009, affermano che:}}

1. I servizi sociali e di assistenza sanitaria sono al cuore del modello sociale europeo; sono
essenziali per garantire il diritto fondamentale di ognuno alla salute e devono essere accessibili
a tutti i cittadini europei, compresi gli immigrati. Questi servizi pubblici sono cruciali per
migliorare le condizioni di lavoro e di vita, ma anche per rafforzare la coesione e garantire la
protezione sociale. I servizi sociali e di assistenza sanitaria possono adempiere la loro missione
solo se debitamente organizzati, gestiti e finanziati in modo equo, universale e solidale. Devono
poggiare su sistemi di protezione sociale solidi ed economicamente sostenibili. È necessario
definire e rafforzare il ruolo e la responsabilità delle autorità europee, nazionali regionali e
locali in rapporto ai fornitori pubblici, privati e non profit. Ogni concetto di assistenza sanitaria
e/o sociale deve riflettere la diversità dei servizi esistenti nei diversi paesi europei. Il rispetto e
la comprensione per le condizioni specifiche nelle quali questi settori si sono evoluti in tutta
Europa, costituiscono la premessa indispensabile per l’elaborazione di una comune politica
europea in materia

2. I servizi sociali e di assistenza sanitaria servono, innanzi tutto, all’interesse generale. A
prescindere dalla proprietà, devono soddisfare standard concreti, basati su qualità, accessibilità,
uguaglianza, universalità, continuità, disponibilità, vicinanza, partenariato sociale, protezione
degli utenti, e controllo democratico. Questi servizi hanno molti obiettivi differenti. Non sono
solo per gli ammalati, i feriti, le categorie vulnerabili e/o i cittadini in difficoltà, sono anche
essenziali per migliorare e mantenere un alto livello di salute pubblica in Europa. È necessario
un approccio integrato dei servizi di assistenza sanitaria, sociali e di altro genere per garantire
una buona qualità di vita per tutti in Europa.

3. La crescente influenza delle forze di mercato e le liberalizzazioni nell’ambito dei servizi
sanitari e sociali hanno indebolito effettivamente la solidarietà e la coesione, accentuato le
diseguaglianze ed esercitato un’influenza negativa sulle condizioni di vita e di lavoro e sulla
sicurezza dell’occupazione. I principi di mercato e gli interessi commerciali, ivi compresa la
ricerca del profitto, si scontrano in molti casi con l’interesse pubblico e con gli interessi dei
lavoratori nel campo dei servizi sanitari e sociali. È pertanto necessario porre fine ai tentativi
dei governi e delle istituzioni finanziarie ed europee di liberalizzare e/o commercializzare i
servizi sanitari e sociali, sostituendoli con l’elaborazione di una cornice adeguata di criteri di
regolazione sociale, come ad esempio criteri vincolanti per gli appalti sociali.

4. I cambiamenti demografici e l’invecchiamento della popolazione aumentano la domanda di
servizi sociali e assistenza sanitaria di qualità in Europa. Questa esigenza potrà essere
soddisfatta solo da un sufficiente personale motivato, ben pagato, ben qualificato e ben formato
a tutti i livelli. Il numero crescente di lavoratori dei servizi sociali e dell’assistenza sanitaria che
lasciano il servizio o se ne vanno dalla loro regione o dal loro paese rappresenta una seria
minaccia per l’accessibilità a servizi sanitari e sociali di alta qualità in Europa. È urgente
investire in questo settore e nella forza lavoro per venire a capo di carenze esistenti e future di
personale, ma anche per affrontare le sfide riguardanti le strutture di qualificazione e i bisogni
di nuove professionalità.

5. I cambiamenti nell’organizzazione e nella fornitura dei servizi sociali e di assistenza sanitaria
suscitano sempre maggiori preoccupazioni riguardo ai diritti sindacali e alla rappresentanza
sindacale. Il finto lavoro autonomo, esternalizzazione e subappalti, il ricorso a lavoratori
interinali e il crescente uso di contratti a termine e a tempo parziale rendono sempre più
difficile per i sindacati in tutta Europa organizzare e rappresentare i lavoratori del settore
attraverso la contrattazione collettiva e il dialogo sociale. Il crescente coinvolgimento di
imprese profit, di organizzazioni non profit e di piccole imprese che forniscono servizi sanitari e
sociali ha inoltre come conseguenza che un numero crescente di datori di lavoro negano i diritti
sindacali ai propri lavoratori e rifiutano l’applicazione dei contratti collettivi. Occorre elaborare
una strategia comune per rafforzare i sindacati europei nel settore dei servizi sociali e sanitari.

B. L’ 8° Congresso invita la FSESP e le sue affiliate a:

6. Mediante l’organizzazione, la lobby e la mobilitazione, l’elaborazione di politiche e del
dialogo sociale rafforzino e facciano sentire la voce del movimento sindacale nei settori dei
servizi sociali e sanitari pubblici, privati e in quelli non profit, ivi compresi:
-* Servizi ospedalieri;
-* Servizi di base e ambulatoriali;
-* Assistenza pediatrica e servizi per l’infanzia;
-* Servizi di assistenza e sostegno sociale;
-* Assistenza in regime di ricovero a lungo termine per anziani e disabili;
-* Assistenza domiciliare e comunitaria, compreso aiuto di lavoro domestico;
-* Assistenza di salute mentale;
-* Servizi comunitari e culturali;
-* Edilizia popolare;
-* Servizi per l’impiego.

7. Continuare a fornire risorse per la ricerca, la formazione, lo scambio d’informazioni, le azioni
di sensibilizzazione e le campagne nella lotta per i servizi sanitari e sociali di qualità e contro le
diverse forme di commercializzazione. Proporre alternative alle politiche e iniziative dell’Unione
europea basate sul mercato e sulla concorrenza nel campo dei servizi sanitari e sociali,
riaffermando la responsabilità delle autorità pubbliche e garantendo i diritti degli individui.

8. Mettere a punto e continuare a portare avanti attività di campagna al fine di garantire che
tutte le iniziative europee attuali e future, legislative e non, riguardanti il settore dei servizi
sociali e sanitari, e in particolare la (proposta di) “Direttiva relativa all’applicazione dei diritti
dei malati in materia di assistenza sanitaria transfrontaliera” riflettano e difendano in modo
adeguato il carattere universale e solidale di questi servizi.

9. Reclamare la parità dei diritti, delle opportunità e di trattamento per tutti i lavoratori nei
settori dei servizi sociali e sanitari e combattere contro le discriminazioni fondate sul genere,
l’origine culturale ed etnica, la nazionalità, la disabilità fisica o mentale, l’orientamento
sessuale, le convinzioni politiche e religiose, nonché l’ età.

10. Rafforzare le relazioni industriali nei settori dei servizi sanitari e sociali a livello europeo,
nazionale, regionale e locale e iniziare attività e progetti congiunti con le organizzazioni dei
datori di lavoro pertinenti.

11. Promuovere l’implementazione dei testi di carattere intersettoriale e settoriale del dialogo
sociale europeo.

12. Lottare contro le pratiche non etiche e di sfruttamento usate nel reclutamento
transfrontaliero delle lavoratrici e dei lavoratori nei settori dell’assistenza sanitaria e dei servizi
sociali mediante l’implementazione e la promozione del Codice etico FSESP-HOSPEEM sul
reclutamento transfrontaliero.
Occuparsi dei problemi concernenti le ragioni che spingono delle lavoratrici e dei lavoratori nei
settori dell’assistenza sanitaria e dei servizi sociali a migrare.

13. Creare e rafforzare le alleanze per i servizi sanitari e sociali di alta qualità con le pertinenti
organizzazioni rappresentative, ivi compresi, ma senza limiti, organizzazioni come ISP, la CES e
le altre organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro, le organizzazioni sociali non-governative,
le associazioni professionali e gruppi di utenti.

14. Mettere a frutto il lavoro compiuto e le reti esistenti nel settore dei servizi sociali e
sviluppare nuove attività intese a rafforzare il coinvolgimento dei sindacati e della FSESP nel
campo dei servizi sociali.

15. Contribuire alla strategia complessiva della FSESP a sostegno di un quadro legislativo
orizzontale a livello dell’Unione europea per i servizi pubblici e di un programma d’azione
basato sul Protocollo sui servizi pubblici adottato dai 27 governi dell’Unione europea nel 2008.
Utilizzare il contenuto di questa strategia come cornice entro la quale iniziare, tra l’altro, il
dibattito sulla effettiva prestazione di servizi sanitari e sociali, tenendo conto dell’interesse
pubblico, dei diritti e delle aspettative dei cittadini.

16. Elaborare una strategia per proteggere le lavoratrici e i lavoratori nei settori dell’assistenza
sanitaria e dei servizi sociali e contro i trattamenti disumani e il lavoro precario e che favorisca
la loro permanenza attraverso il miglioramento delle condizioni di lavoro, compresi – a titolo
enunciativo - i seguenti ambiti:
-* Conciliazione tra vita lavorativa e vita personale;
-* Orario di lavoro, giornata irregolare, lavoro a turni e orario di reperibilità (direttiva
sull’orario di lavoro)
-* Formazione, apprendimento lungo l’arco della vita e opportunità di carriera
-* Salute e sicurezza
-* Condizioni e termini dell’impiego
-* Salario
Combattere la sottovalutazione dei lavori nel settore dei servizi sociali e dell’assistenza sanitaria
e sostenere la professionalizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori.

17. Richiedere adeguati fondi e li investimenti pubblici a lungo termine nel campo
dell’assistenza sanitaria e dei servizi sociali allo scopo di assicurare livelli adeguati di personale,
compresa una quantità sufficiente di professionisti qualificati,adeguati salari e condizioni di
lavoro e una fornitura effettiva di servizi per la popolazione.

18. Promuovere e difendere i diritti sindacali per i lavoratori dei servizi sociali e dell’assistenza
sanitaria nei settori pubblici e privati e in quelli non profit, ivi compresi i diritti d’informazione,
consultazione, contrattazione collettiva e il diritto di sciopero.

19. Monitorare lo sviluppo e le attività delle diverse imprese multinazionali nei settori
dell’assistenza sanitaria e dei servizi social e sostenere la creazione di Comitati aziendali
europei (CAE) nelle imprese dove sia possibile.
{
Adottata il 9 giugno 2009
}

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