EPSU: Costruiamo sistemi sanitari pubblici forti: abbandoniamo ogni tentazione di privatizzare l'assistenza sanitaria

Fight COVID-19 7 April 2020 EPSU

Il 7 aprile è la giornata mondiale della salute. Quest'anno è segnato dalla prima pandemia del XXI secolo la quale come mai prima d’ora ha rivelato quanto i nostri sistemi sanitari siano stati compromessi da anni di tagli, sottofinanziamenti, carenza di personale e mancanza di investimenti. EPSU ha denunciato per molti anni tutto questo, sottolineando le conseguenze per la salute e il benessere dei cittadini e del personale sanitario. I nostri avvertimenti sono stati ignorati dai governi e le conseguenze di tutto questo sono drammatiche. Solo recentemente le raccomandazioni del semestre europeo hanno iniziato a chiedere ai governi maggiori finanziamenti.

L’epidemia COVID19 sta uccidendo decine di migliaia di persone in tutti i Paesi europei ed è un dato di fatto che  sistemi sanitari pubblici non erano pronti per questa sfida. Inoltre la pandemia sta chiedendo un sacrificio enorme ai lavoratori del settore pubblico (nel settore sanitario, nell'assistenza agli anziani, nelle carceri, nei vigili del fuoco e molti altri ancora). Tutti i lavoratori che organizza il sindacato dei servizi pubblici sono essenziali per mantenere letteralmente in vita le persone, le nostre economie e il funzionamento della società.

Il personale sanitario e gli operatori sanitari stanno lavorando duramente per contenere la diffusione del virus, mettendo a rischio se stessi per proteggere le nostre comunità. Nonostante gli sforzi senza precedenti per fermare la pandemia, molti operatori sanitari sono in prima linea, spesso senza adeguati dispositivi di protezione. Dappertutto c’è una penuria generalizzata di mascherine protettive, kit per i  tamponi, respiratori, guanti... Il numero di infezioni e di decessi del personale sanitario aumenta ogni giorno.

Nell'immediato, vogliamo vincere la battaglia contro il virus e garantire che i nostri ospedali, la prima linea nella lotta al virus, siano in grado di offrire risposte a tutti. Il personale sanitario, dai medici, agli infermieri, a quello amministrativo agli addetti alle pulizie, sta facendo uno sforzo enorme in questo senso. Le manifestazioni di apprezzamento della cittadinanza ne solo la prova. Ma gli applausi non bastano: è il momento di garantire ritmi e condizioni di lavoro adeguate. E’ fondamentale assicurare pause e tempo di riposo al personale medico per poter continuare ad operare in quella che potrebbe essere una crisi globale a lungo termine. Inoltre i ritmi e le condizioni di lavoro a cui stiamo sottoponendo questi lavoratori stanno avendo un impatto negativo sulla loro salute psichica e mentale, per cui è necessario agire, garantendo un ambiente sicuro. Inoltre EPSU chiede che la capacità di test aumenti sensibilmente in modo da garantire il monitoraggio e i tamponi a tutto il personale che lavora nei nostri ospedali.

La diffusione di Covid-19 sta mettendo sotto pressione i servizi di assistenza e lungodegenza, che per anni sono stati sottofinanziati e precarizzati. Le difficoltà di finanziamento del sistema e la carenza di personale, cosa che già in passato ha portato alla chiusura di numerosi ospedali e centri di assistenza, moltiplicano i problemi dei sistemi sanitari a fronte alla crisi attuale. Abbiamo quindi bisogno di soluzioni a lungo termine che riconoscano i nostri servizi sanitari e gli operatori sanitari come cruciali per il nostro benessere e garantiscano il diritto all'assistenza sanitaria per tutti. I dogmi delle privatizzazioni e dei tagli applicati negli ultimi anni non ci permetteranno di raggiungere questo obiettivo. La sanità ha bisogno di piani di investimento straordinari che affrontino il tema della lungodegenza e della gestione della riabilitazione per coloro che si stanno riprendendo quando vengono dimesse dalle unità di terapia intensiva. Per questo EPSU chiede all'Unione Europea e agli Stati membri di utilizzare i piani di investimento e per la ripresa per rendere i sistemi sanitari pubblici più forti e in grado di affrontare situazioni straordinarie come le pandemie. E questo include il riconoscimento e la valorizzazione del lavoro del personale sanitario, che è al momento formato soprattutto da donne. Livelli assistenziali e di cura decenti meritano contratti collettivi dignitosi per chi si impegna ogni giorno in tal senso.

Oggi chiediamo un nuovo approccio al finanziamento dell'assistenza sanitaria e alle cure e che gli operatori sanitari siano da oggi in poi trattati con rispetto e smettano di sopportare le cure che hanno ricevuto nell'ultimo decennio.